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Introduzione

In diversi articoli scritti su questo blog abbiamo avuto già modo di vedere insieme quando sia importante la gestione della catena del colore, ovvero tutte quelle tecniche, azioni e dispositivi che ci permettono di far si che una nostra immagine venga visualizzata correttamente indipendentemente dal supporto utilizzato.

Certo è che ogni catena è resistente quanto il suo anello più debole, e per questo motivo è indispensabile far si che tutti i dispositivi che rientrano nella nostra catena del colore siano all’altezza della situazione.

Uno dei componenti più cruciali è senza dubbio il monitor poiché esso è di fatto lo strumento sulla base del quale prendiamo le nostre decisioni in termini di post produzione, e indipendentemente che il nostro output finale sia una stampa o un’immagine pubblicata online, il suo contributo è determinante.

In questo articolo andremo a testare insieme il monitor BenQ SW271, che a detta di BenQ stessa è stato realizzato appositamente per noi fotografi.

Sarà vero? Andiamo come sempre a scoprirlo insieme.

francesco gola review monitor photography benq sw271 cover

Perché serve un monitor fotografico

Prima di provare il nostro monitor BenQ SW271 cerchiamo di capire come sempre il perché delle cose in maniera semplice e intuitiva, pertanto in questo caso andiamo a capire per quale motivo un monitor dovrebbe essere “fotografico”.

Infatti la prima obiezione che potreste farmi sarebbe “beh, ma io i colori sul mio monitor li vedo benissimo, un nuovo monitor non mi serve”.

Vero e sbagliato..ma purtroppo più sbagliato che vero.

Supponendo infatti che abbiate un monitor generico da desktop o che stiate utilizzando quello del vostro laptop, è abbastanza corretto dire che i colori che vedete sembrano corretti.

Lo sono solo fino a quando l’immagine viene caricata dal vostro hard disk al vostro monitor, senza quindi effettuare nessuna pubblicazione online o una stampa. Anche in questo caso poi, a seconda del cosiddetto gamut dello schermo (vedremo dopo cosa significhi) quello che vedete potrebbe essere solo una porzione dei colori che l’immagine che avete catturato dispone.

Già, è un po’ come essere miopi alla guida: andiamo a correggere la traiettoria della macchina sulla strada senza sapere (vedere) la strada che abbiamo davanti a noi.

Caratteristiche dei monitor fotografici

Ma la vera domanda è: cos’è un monitor fotografico? Quali sono dunque le caratteristiche minime che rendono un monitor tale?

Partiamo dallo sfatare subito un mito: il monitor fotografico di per se non esiste, ma esistono monitor che hanno caratteristiche che meglio si adattano alle nostre necessità di fotografi.

Potremmo passare come sempre ore in dettagli tecnici, ma poichè vi annoiereste meglio lasciare gli approfondimenti alle domande, e fare qui una carrellata delle cose minime che dovreste tenere a mente quando siete alla ricerca di un nuovo monitor.

Una caratteristica base che reputo fondamentale è che il nostro monito abbia un pannello di tipologia IPS. IPS significa “In Plane Switching”, e in parole povere significa che la saturazione e contrasto non varia al variare dell’angolo con cui guardo lo schermo. Pensate di effettuare una correzione alla vostra foto: se tale correzione è valida solo per l’angolo esatto con cui state guardando lo schermo, sicuramente il risultato finale dell’immagine sarà ben diverso dalle vostre aspettative perché di fatto basterà che spostiate la testa di poco per avere un’immagine cromaticamente alterata.

Successivamente, il nostro monitor deve essere in grado di riprodurre i colori nel modo più accurato possibile. Questa accuratezza viene descritta da due parametri: il gamut e la gamma.

Tralasciando la gamma (che per quanto essenziale nella riproduzione corretta di un colore non concorre nella scelta di un monitor se parliamo di prodotti non del dopoguerra), è bene focalizzarci sul gamut che ci dice quanti colori il monitor è in grado di mostrarci. In ambito fotografico è non solo essenziale che il monitor copra il 100% dello spazio colore sRGB (indispensabile per le nostre pubblicazioni online), ma deve riuscire a coprire quanto più possibile lo spazio colore Adobe RGB. Questo è importante poiché avere una copertura integrale o quasi di tale spazio ci permetterà di preparare correttamente le nostre immagini anche per la stampa.

Chiarito quale parametro ci dice quanti colori riproduce un monitor, è essenziale che lo stesso sia accurato nel riprodurli. Per farlo si utilizza un valore chiamato DeltaE che si ricava effettuando misurazioni sul monitor e confrontandone i risultati con i valori standard attesi. Il DeltaE è proprio lo scostamento tra misurazione e valore atteso.  Fotograficamente parlando, un monitor con DeltaE sul gamut superiore a 4 non dovrebbe essere usato in post produzione in quanto l’alterazione cromatica sarebbe percettibile, mentre possiamo considerare professionali pannelli con tale valore inferiore a 2 e pertanto perfetti per noi. È importante sottolineare che, a differenza di quello che spesso si legge in giro, il DeltaE è una caratteristica che identifica la qualità del profilo applicato al monitor, non del monitor stesso: pertanto se pensate (giustamente) di calibrare e profilare il monitor dopo l’acquisto, potete anche trascurarlo.

Altri parametri da tenere in considerazione sono sicuramente l’uniformità del pannello e la risoluzione del monitor e il contrasto (statico), che in un monitor IPS è un bene che stia intorno a 1000:1.

adobe rgb srgb sw271 benq francesco gola

Il monitor fotografico BenQ SW271

BenQ ha realizzato una serie di monitor specificamente per fotografi, la Serie SW. Come abbiamo detto ciò non significa che sono realizzati con una tecnologia aliena, ma che sono ottimizzati per le caratteristiche che servono a noi nerd del pixel.

Vediamo assieme ad esempio le caratteristiche del BenQ SW271 che ho tra le mani:

  • Dimensione pannello: 27″ / 68.58 cm
  • Aspetto: 16:9
  • Risoluzione: 3840 x 2160
  • Area di lavoro: 60.88 x 35.53 cm
  • Luminosità: 350 cd/m²
  • Contrasto: Nativo: 1000:1
  • Tecnologia: In-Plane Switching (IPS)
  • Angolo di visione: (H/V) – 178°/178°
  • Refresh Rate: 60 Hz
  • Gamut: 100% Rec. 709 / sRGB | 99% Adobe RGB | 93% DCI-P3
  • Tabelle Colore: 10-bit
  • Retroilluminazione: LED
  • 3D LUT: Si (14-bit 3D LUT)
  • Peso: Senza piedistallo 6.3 kg

Interessante..e a breve andremo ad analizzare ogni aspetto saliente

Anche la dotazione è di tutto riguardo. Infatti nella confezione troviamo anche:

  • Piedistallo
  • Paraluce
  • CD con driver e manuali
  • Certificato di calibrazione
  • Hotkey Pucks
  • Cavo di alimentazione
  • Cavi addizionali: USB-C, mDP a DP, HDMI 2.0, USB 3.1

Onestamente vedere incluso paraluce e set completo di cavi è una bella sorpresa.

Esteticamente il monitor è davvero bello e piacevole: nonostante la dimensione, l’ingombro è minimo. Lateralmente è davvero sottile, e una volta installato sul piedistallo è discreto ed elegante.

Frontalmente è semplicemente stupendo: quasi la totalità della superficie infatti è data dal pannello, e solo nella parte inferiore è collocato un bordo dove troviamo il tasto di accensione e i tasti per accedere ed effettuare le selezioni nei vari menu di configurazione.

A questo punto non ci resta che analizzare le caratteristiche principali di questo monitor fotografico BenQ SW271!

Risoluzione del monitor BenQ SW271

Il primo dato che balza ovviamente all’occhio del mio BenQ SW271 (e motivo per cui lo ho scelto onestamente) è che si tratta di un monitor da 27” 4K. Come lo accendiamo, banalmente guardando lo sfondo che abbiamo impostato sembra di essere catapultati all’interno della foto. Si, lavoravo già su un monitor 27”, ma era un 2K (2560×1440 pixel)..e questo è oggettivamente un altro mondo.

Purtroppo online si leggono un sacco di leggende metropolitane relative a questa particolare combinazione di dimensione (27”) e risoluzione (4K). In ambito fotografico infatti avere una densità di pixel troppo elevata rende difficile lavorare con lo sharpening, rendendolo di fatto “visibile” solo quando ci troviamo in una situazione di eccessivo sharpening, compromettendo quindi l’immagine per la stampa o la pubblicazione online con visualizzazione su monitor a risoluzione inferiore. Spesso viene così consigliato di considerare la risoluzione 4K solo su monitor da 32”. Non potrei essere meno d’accordo.

Io utilizzo infatti un MacBook Pro 15” del 2018. Il suo monitor ha una densità pari a 220 PPI. Il nostro BenQ SW271 invece ha una densità pari a 163 PPI…quindi inferiore. Cosa significa? Che sarà più difficile fare correttamente lo sharpening sul MacBook Pro!

Certo, se venite da monitor LCD tradizionali o da laptop con display non particolarmente performanti sarete abituati a densità medie intorno a 96 PPI, ma ciò non comprometterà per nulla la vostra esperienza con il BenQ SW271..anzi, ne gioverà sicuramente!

Poiché circa il 95% delle mie immagini è stato sviluppato con monitor a densità superiori ai 180 PPI, potete vedere che si possono ottenere risultati davvero naturali: basta semplicemente un po’ di pratica.

Per concludere, credo che una volta provato un monitor 4K difficilmente tornerete indietro (e sarebbe comunque poco saggio farlo in quando è in quella direzione che il mondo si sta muovendo).

benq sw271 4k monitor display uhd comparison francesco gola

Connettività, GamutDuo e Hotkey Pucks

Design e risoluzione a parte, una delle caratteristiche che ho davvero gradito nel BenQ SW271 è l’ampia connettività offerta. Indizio di questo era già la dotazione di cavi all’interno della confezione. Se guardiamo il retro del nostro monitor vediamo che sono presenti ben 5 porte oltre ad alimentazione e jack cuffie, così suddivise: due HDMI 2.0, una Display Port 1.4, una Macro USB upstream e una USB-C. Esatto: tra le porte troviamo nativamente una USB-C che sarà gradita a tutti i possessori di computer e mac di ultima generazione. Sul lato sinistro del monitor sono poi presenti due porte USB 3.0 e un lettore SD. nsomma, direi che non possiamo proprio lamentarci!

Una interessantissima funzione per noi fotografi che possiamo sfruttare anche grazie al gran numero di porte è quella del GamutDuo: collegando il BenQ SW271 al nostro computer simultaneamente attraverso due collegamenti (es: DisplayPort e HDMI) possiamo avere una visualizzazione con doppio spazio colore! Ad esempio potremo visualizzare sullo schermo contemporaneamente l’immagine in sRGB e in Adobe RGB per ottimizzare ulteriormente il nostro workflow di post produzione e preparazione alla pubblicazione online e stampa.

Nella ricca dotazione del BenQ SW271 è presente anche un selettore chiamato Hotkey Pucks: una volta connesso allo schermo attraverso l’apposita porta possiamo andare a selezionare con un semplice clic lo spazio colore in cui vogliamo lavorare. Sarà così davvero immediato il passaggio da una visuale sRGB o Adobe RGB. Grazie alla sua configurabilità, trovo l’Hotkey Pucks particolarmente utile per la stampa: posso infatti andare ad impostare (per poi richiamarle quando servono con un semplice click) calibrazioni diverse o semplicemente contrasti e luminosità diverse che si adattano alle diverse carte che utilizzo. Anche qui un’ottimizzazione al mio workflow di lavoro.

gamut duo benq sw271 monitor 4k francesco gola

Ampio gamut con basso DeltaE

Abbiamo detto che il gamut è uno degli aspetti più cruciali in un monitor destinato all’uso fotografico in quanto di fatto ci dice quanti colori è in grado di rappresentare, e il BenQ SW271 decisamente non ci delude.

Circa lo spazio sRGB, il monitor ne copre il 100%, quindi controllo assoluto di qualunque pubblicazione online che faremo, qualunque essa sia la destinazione, come il nostro sito web, Facebook, Instagram e così via.

La copertura dello spazio Adobe RGB è invece ben del 99%! Questo significa che quando prepareremo le nostre immagini per la stampa, riusciremo veramente a controllarne i colori ed effettuare dei print proofing assolutamente accurati.

Come abbiamo visto un altro parametro assolutamente essenziale per l’accuratezza nella riproduzione dei colori è il DeltaE in quanto ci indica quanto il monitor è fedele nel rappresentare i colori che il suo gamut copre. Per il BenQ SW271 il valore garantito appena tirato fuori dalla scatola è inferiore a 2, e pertanto non richiede una immediata calibrazione e profilazione. In realtà questo 2 è molto conservativo, poiché in realtà il DeltE risulta addirittura inferiore a 1 in quasi la totalità del pattern di misurazione, e comunque di poco superiore a 1 nel peggiore dei casi.

Ma cosa significa nel mondo reale? Molto semplice: un DeltaE elevato indica che il monitor visualizza colori non fedeli a quello che dovrebbero essere. Un DeltaE superiore ad 1 comincia ad essere visibile agli occhi più sensibili e un valore superiore a 3 è visibile alla maggior parte degli occhi e rende il monitor non professionale. Un monitor generico non calibrato e profilato si attesta su valori di 7.

Già, grazie al nostro BenQ SW271 siamo davvero sicuri che quello che vediamo rappresenta fedelmente quello che dovrebbe essere, quindi addio brutte sorprese soprattutto in stampa!

LUT da 14 bit 3D e Calibrazione

L’importanza della calibrazione di un monitor, qualunque esso sia, è stata già trattata in altri articoli, quindi se siete a digiuno o volete fare un ripasso vi suggerisco di leggere QUI. In ogni caso, banalizzando, la calibrazione è essenziale per garantire al Monitor di visualizzare i colori davvero al massimo delle sue potenzialità ed accuratezza.

Una caratteristica che ritengo assolutamente importante per un monitor destinato all’uso fotografico è che lo stesso disponga della cosiddetta calibrazione hardware. In sostanza, quando andate a calibrare un monitor generico, le curve di correzione generate dal sistema sonda/software agiscono sulla scheda video del vostro computer. Il fondamentale limiate di questo metodo è che le curve di calibrazione gestite dalla scheda video permettono di agire normalmente solo su 256 livelli per colore (8 bit), quindi giusto sufficienti per la corretta visualizzazione di un’immagine fotografica. La calibrazione hardware invece prevede che le curve di correzione vengano applicate alla LUT (Look Up Table) interna al monitor stesso, permettendo non solo una maggior costanza nel tempo della calibrazione effettuata, ma di non avere di fatto limitazioni nella resa cromatica delle tonalità grazie al numero superiore di livelli per colore disponibili. Il BenQ SW271 dispone di una LUT 3D da 14 bit. Quando veramente cambia nella realtà tra avere a disposizione 8 bit o 14 bit? Si passa da poter gestire 16,7 milioni di colori (8 bit) a 4,39 trilioni di colori (14 bit). Esatto: spaventoso!

Per effettuare la calibrazione del Monitor ci basta utilizzare una qualunque sonda in commercio. Tra tutte vi suggerisco ancora la X-Rite i1Display Pro, di cui potete leggere la recensione QUI. Come software di calibrazione ci sono diverse possibilità, tra cui senza dubbio utilizzare il software fornito da chi ha realizzato la sonda di calibrazione (nel caso della X-Rite i1Display Pro sarà iProfiler).

Alternativa è utilizzare l’eccellente software di calibrazione fornito gratuitamente da BenQ: Palette Master Elements. Vi scriverò sicuramente un tutorial dedicato, ma per il momento sappiate che la calibrazione con Palette Master Elements è davvero intuitiva e molto accurata. Si, esistono anche altri software di calibrazione indipendenti, a pagamento o gratis, ma sinceramente non trovo un buon motivo per usarli.

Di fatto per il mio BenQ SW271 ho scelto di usare la sonda X-Rite i1Display Pro con Palette Master Elements: il risultato mi soddisfa senza riserve.

pme palette master element benq sw271 francesco gola hardware calibration

Conclusioni

Dopo alcune settimane di utilizzo intenso di questo monitor devo ammettere che il BenQ SW271 supera le più rosee aspettative.

Rispetto ad altri prodotti commerciali il prezzo è assolutamente ragionevole e inferiore forse a quanto ci si aspetterebbe per un monitor di fascia professionale. In questo caso più che mai è proprio vero che non è un prezzo spropositato a definire la qualità del prodotto.

La ricca dotazione che comprende cavi e paraluce ci permette di avere davvero immediatamente a disposizione tutto quello di cui abbiamo bisogno senza spese aggiuntive.

In termini di prestazioni, dopo settimane passate a post produrre immagini e stampare sfruttando tutto il gamut offerto dal monitor, sono assolutamente sbalordito dai risultati in termini di fedeltà cromatica.

Il software di calibrazione incluso, Palette Master Elements, permette di effettuare calibrazioni accurate anche con una limitata conoscenza tecnica del tema, abbattendo così un’altra barriera verso l’utenza.

L’utilizzo che ne ho fatto ha coinvolto prevalentemente Adobe Lightroom, Adobe Photoshop e PhaseOne Capture One, e con tutti e tre questi software l’esperienza di uso è stata meravigliosa: la risoluzione 4K permette da un lato di leggere i testi in maniera chiara e distinta, e dall’altro di agire sulle proprie immagini potendo curare anche il più piccolo dettaglio.

Come già detto, la combinazione 4K e 27” secondo me è assolutamente perfetta grazie alla densità di pixel a disposizione, e se state già usando un monitor con una elevata densità di PPI, il passaggio a questo monitor vi sembrerà ancora più naturale.

Insomma, il BenQ SW271 si rivela davvero un ottimo monitor professionale destinato a noi fotografi, e non avrei un solo motivo per non consigliarvelo!

Ricordo che i partecipanti dei miei corsi, online o in campo, possono sfruttare condizioni vantaggiose di acquisto dei monitor BenQ. Per maggiori informazioni, contattatemi.