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Introduzione

Con piacere vedo che sempre più fotografi si stanno avvicinando al meraviglioso mondo della stampa fotografica. Ottenere una buona stampa non è effettivamente qualcosa di immediato, ma decisamente alla portata di tutti. 

Capita però che dopo notti in bianco a trovare i settaggi ottimali di calibrazione e a profilare i nostri monitor e le nostre stampanti, ci troviamo con un prodotto finito da valutare. A differenza dei nostri monitor che emettono luce, una stampa la riflette e quindi per poterla vedere occorre una sorgente luminosa esterna.

Qui inizia una serie di dubbi ancestrali che normalmente si possono sintetizzare nella condivisibile domanda: “Qual è la corretta luce con guardare la mia stampa fotografica?”

BenQ SW321C Recensione

La luce giusta

Questo articolo non ha lo scopo di trattare la gestione del colore, ma onestamente spero che vi metta qualche dubbio e curiosità che vorrete approfondire da soli o insieme a me. Resteremo quindi particolarmente vaghi e non tecnici, affrontando questo intricato soggetto in modo semplice e intuitivo. Spoiler: la luce “giusta” non esiste.

Penso che per chiunque di voi sia intuitiva la percezione macroscopia comune che abbiamo che fonti di luce diverse “sembrino” diverse. Provate a pensare alla classica lampadina ad incandescenza sul comodino o ai fari allo xeno della vostra auto: la prima vi darà quella sensazione di “luce calda”, mentre la seconda di “luce fredda”. 

Per quanto il nostro occhio sia una macchina perfetta e con una capacità adattiva ad oggi irreplicabile, se andate a confrontare la vostra stampa sotto queste due sorgenti luminose in rapida successione, i colori che percepirete risulteranno quasi interamente diversi tra di loro. Senza per ora andare a scomodare concetti più complicati come il metamerismo o altri tecnicismi, questa diversa percezione è dovuta al fatto che fonti di luce differenti hanno differenti proprietà spettrali che possono influenzare il colore riflesso che vedete.

La nostra vita di tutti i giorni si basa sulla primaria sorgente di illuminazione che conosciamo: il Sole. La luce emessa dalla nostra stella ha delle precise caratteristiche, esattamente come le possiede la lampadina del comodino o i fari dell’auto. Per le ragioni di cui sopra, le caratteristiche della luce del Sole sono quelle che comunemente assumiamo per “normali” (anche se a dirla tutta la percezione varia dall’interazione della sua luce con la nostra atmosfera). Vi è mai capitato in un negozio di abbigliamento di chiedere di poter guardare il colore di una maglietta “alla luce del sole” per valutarne il colore? Bene, così facendo di fatto senza volerlo avete assunto come riferimento per la corretta visione del vostro vestito una luce con un preciso spettro di emissione e una temperatura colore in un certo range a seconda della vostra posizione sul globo, dell’ora del giorno e di altre condizioni al contorno quali il meteo. Beh, sono certo che non l’avrete pensata proprio così in quel momento, ma consciamente o inconsciamente lo abbiamo fatto perché ci aspettiamo di usare quella t-shirt al mare sotto al sole o comunque in condizioni di illuminazione diverse dall’illuminazione del negozio.

Per una stampa fotografica il discorso dovrebbe essere il medesimo: una stampa va valutata alla luce alla quale verrà visualizzata una volta “appesa” (sia in termini di temperatura colore che di intensità luminosa), e quindi come immaginate apparirà diversa se visionata “alla luce del sole”, in una galleria o in camera da letto.

La lampada GrafiLite 2 

Nel corso degli anni sono state sviluppate specifiche sorgenti di illuminazione per permettere a noi fotografi di valutare il risultato della stampa sulla base di quanto detto poco fa. Il problema è che la maggior parte di questi strumenti è stato sempre rivolto verso una clientela molto professionale, e quindi di conseguenza con prezzi non proprio alla portata di tutti.

E’ così arriviamo alla lampada di GrafiLite 2 pensata per venire in soccorso di noi “stampatori domestici”: un prodotto realizzato sulla base degli sviluppi tecnologici di OttLite, GrafiLite 2 è definita definita come “lampada per assessment colorimetrico da tavolo”.

Ma cosa ha di speciale GrafiLite 2 rispetto ad una qualunque lampadina comparabile da Leroy Merlin? Vediamolo insieme:

  1. 3 Temperature: a seconda della finalità della nostra stampa, GrafiLite 2 ci permetterà di selezionare tra tre temperature: 5000K, 4000K e 2700K.
  2. 3 livelli di Luminosità: è possibile selezionare tre livelli di luminosità. Questo ci permette di fare opportune valutazioni sul risultato a seconda della disponibilità di luce del luogo dove la nostra stampa verrà appesa.
  3. CRI superiore 95: Il Color Rendering Index (CRI) è utilizzato per misurare quanto una sorgente luminosa è in grado di mostrarci accuratamente i colori su una scala da 1 a 100 rispetto ad una sorgente riferimento. Con un CRI di circa 97, GrafiLite si colloca tra i prodotti assolutamente professionali.

Utilizzare la GrafiLite 2

Viste le premesse, sembra proprio che GrafiLite 2 faccia proprio al mio caso, incallito stampatore domestico che stampa sia per se stesso che per terzi.

La lampada viene fornita in una scatola compatta e di bell’aspetto, completa di lampada, caricatore, superficie di appoggio per la stampa e manuale. La lampada stessa è molto compatta e ben rifinita: oltre ad avere un rivestimento che da un effetto simil pelle, è completa di orologio digitale e datario. Al netto dei tasti per l’impostazione dell’ora, GrafiLite 2 ha un solo fondamentale tasto con il quale si può effettuare sia la scelta della temperatura della lampada (tenendo premuto il tasto più a lungo) e cambiare l’intensità luminosa (premendo velocemente il tasto).

Seppur non sia presente sul manuale una indicazione circa i tre livelli di intensità emessa, poco conta considerando che tanto non siamo parlando di luminosità di un monitor (emissivo) ma della simulazione dell’ambiente nella quale pensiamo di esporre la nostra stampa (che sfido andrete a misurare con un fotometro). Seppur la lampada risulti compatta e ben trasportabile e che sia costituita da luci a led a basso consumo, purtroppo non è dotata di battery pack e pertanto per il suo funzionamento è necessario che resti connessa ad una alimentazione elettrica esterna. A parte questo, direi che la lampada svolge egregiamente il suo lavoro, e ovviamente non è nemmeno paragonabile allo pseudo banco di revisione che mi ero creato autonomamente con lampadine “commerciali”.

Come abbiamo detto la lampada ha la possibilità di lavorare in tre temperature: 5000K, 4000K e 2700K. Questo di fatto ci dice che il prodotto non è unicamente pensato per noi fotografi, in quanto i 4000K si rivolgono alla classica illuminazione da negozio (da non confondere con il “vecchi” standard dei 3500K da galleria). Seppur i 2700K ci dovrebbero permettere una valutazione in ambiente domestico con lampadina ad incandescenza, il mio suggerimento è di valutare le vostre stampe impostando GrafiLite 2 sui 5000K, buona approssimazione media della luce solare (assolutamente da non confondere con il D65 che diamo al monitor per la calibrazione).

Nella confezione come vi dicevo è presente anche un tappetino in A4 in grigio neutro per la miglior valutazione di stampe inferiori all’A4, che però diventa superfluo con valutazione di stampe dall’A4 in su. La valutazione di stampe superiore all’A4 (io stampo spesso in A3+) è comunque confortevole: la casa madre suggerisce l’acquisto di due lampade da mettere una vicina all’altro, ma oltre ad essere una doppia spesa lo vedo poco pratico e preferirei avere una lampada unica adatta all’A3+. Ciò nonostante, la valutazione delle stampe A3+ avviene senza problemi tenendo in mano la lampada come fosse una torcia (ancora una volta la versione a batteria interna senza cavo sarebbe stato un plus) potendo aprire la stessa con un angolo massimo di circa 160°.

Conclusioni

GrafiLite 2 è sicuramente un ottimo ausilio per tutti gli stampatori domestici. Il prezzo particolarmente conveniente giustifica di per se l’acquisto e le piccole migliorie che potrebbero essere introdotte non rappresentano assolutamente un limite funzionale.

Dopo già un paio di settimane di uso intensivo, mi rendo conto che un feedback finale sulla stampa ottenuto con una luce controllata di qualità è assolutamente indispensabile per raggiungere il risultato desiderato, e pertanto non posso fare altro che consigliarvi di inserirla perlomeno nella vostra lista dei desideri!