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Introduzione
Quando ho iniziato a utilizzare i filtri fotografici nella fotografia di paesaggio i filtri disponibili sul mercato erano pochi e di qualità opinabile. Alcuni (quelli che al tempo erano considerati i migliori) erano così una nicchia che occorreva restare in lista di attesa fino a 6 mesi per averli, cosa che a sentire oggi sembra un racconto dal Medioevo.
Gli anni passano, l’utilizzo si diffonde e così anche l’offerta si amplia, a tal punto che chi si avvicina oggi al mondo dei filtri ha il problema opposto: troppe tipologie di filtro tra cui scegliere. Ho deciso così di scrivere questo articolo per condividere esattamente quali filtri utilizzo io maggiormente in campo, senza misteri o segreti.
Come vedrete, anche per i filtri il mio approccio è il medesimo: pochi ma buoni. Infatti sia in termini di qualità sia per tipologia specifica, avere troppi filtri in campo credo sia controproducente in quanto passeremo più tempo a scegliere quale filtro usare che a rifinire ed eseguire lo scatto.
Ma bando alle ciance, andiamo a sbirciare cosa c’è nel mio zaino!
Tipologie di filtri
Essendo una guida pratica, cercherò di evitare di rifare la lunga spiegazione sulla differenza delle varie tipologie di filtro, anche se qualche richiamo sarà inevitabile. Se ci fosse qualche dubbio, vi suggerisco di dare uno sguardo QUI.
Mi limiterò solo a definire ora quali categorie di filtri utilizzo per poi andare ad analizzare i singoli filtri che utilizzo e quando.
Come famiglie di filtri, io utilizzo:
- Polarizzatore
- GND
- ND
Non utilizzo nessun filtro UV in quanto non ha nessuna altra utilità che proteggere la lente frontale. Tuttavia, usando già altri filtri, la lente frontale sarà protetta proprio da questi altri filtri. Ricordate che per quanto sia ottimo in termini qualitativi, non ha senso montare un filtro che non serve, in primis perchè potrebbe ridurre la qualità dello scatto e poi perchè potrebbe introdurre della vignettatura.
Per quanto riguarda la famiglia di filtri, io utilizzo quelli a lastra. I filtri a vite sono ottimi e si trovano ormai nella stessa qualità dei filtri a lastra, però hanno due grandi limitazioni:
- Non ci sono i filtri GND
- E assolutamente sconsigliato (a volte impossibile) usarne più di uno contemporaneamente
Sui materiali, al giorno d’oggi non ci sono scuse: vetro ottico. Dimenticate la resina, diffidate dai finti vetri ottici (non tutti i filtri in vetro sono in vetro ottico, e non tutti quelli che dicono di essere in vetro ottico lo sono effettivamente) e prediligete solo i rivestimenti che servono davvero. Si a rivestimento anti IR e idrofobico, non ha senso (e sono anzi controproducenti in termini di qualità) rivestimenti anti caduta.
Bene, dopo questa breve panoramica, è ora di entrare nel dettaglio.
Importante premessa che dovrebbe essere scontata ma non guasta mai: in questo articolo non troverete verità assolute, i filtri suggeriti sono quelli che uso io pertanto voi potreste trovarvi meglio con altre scelte!
Filtri GND
Come sappiamo, il filtro GND (o filtro a densità neutra graduato) è quel filtro di forma rettangolare metà trasparente e metà scuro con una precisa tipologia di transizione e disponibile in più densità che ci permette di bilanciare l’esposizione, o altrimenti detto di sopperire ai limiti della gamma dinamica della macchina fotografica in modo naturale, senza necessità di successiva fusione di più scatti per ottenere così un risultato a mio avviso qualitativamente superiore.
Nella mia borsa filtri ne troverete soltanto tre. Vediamoli insieme e capiamo il perchè della mia scelta.
GND Hard 0.9 (3 stop)
Sarà che il primo amore non si scorda mai, sarà che sono un fotografo paesaggista marino, ma il filtro GND Hard da 3 Stop è sicuramente il filtro GND che uso di più.
Per quanto riguarda la transizione (Hard), questo filtro è perfetto per i paesaggi (marini e non) dove la linea dell’orizzonte corrisponde con la linea di luce.
Ricordate che anche se si chiama Hard in realtà una piccola transizione c’è, pertanto se avete promontori che in lontananza sporgono di pochissimo dall’orizzonte va benissimo utilizzarlo
In questo scatto il GND Hard 0.9 da tre stop di NiSi collocato nella transizione sulla linea dell’orizzonte mi ha permesso di esporre per il primo piano, evitando di avere il meraviglioso cielo di fronte a me sovraesposto. La scelta della densità di 3 stop è legata al fatto che, secondo la mia personale esperienza, è perfetta per scattare in corrispondenza di albe e tramonti, specialmente con luce laterale.
GND Medium 1.2 (4 stop)
Di recente introduzione, questa particolare combinazione di transizione (Medium) e densità (4 stop) mi sta regalando grandi gioie. (Se volete un approfondimento specifico sulla transizione Medium date un occhio QUI).
Grazie alla sua particolare transizione, è perfetto per trattare quelle composizioni in cui promontori o artefatti (come fari) sporgono dalla linea di luce (che ancora una volta, essendo scatti marini, sarà quasi sempre la linea dell’orizzonte). Ma non limitatevi all’idea del mare: la transizione Medium si adatta perfettamente a scenari collinari e montani!
In questo scatto il GND Medium 1.2 di NiSi mi ha permesso di bilanciare perfettamente l’esposizione sulle montagne di fronte senza introdurre discontinuità.
La scelta della densità di 1.2 (pari a 4 stop) è legata al fatto che tale densità è misurata nella parte alta del filtro prima della transizione, pertanto in prossimità della fascia centrale del filtro dove effettivamente il suo effetto è richiesto, la densità sarà inferiore e non troppo distante da quei 3 stop della sua variante Hard, ma stavolta con una transizione più dolce.
Insomma, il GND Medium è davvero un jolly che non vorrete farvi mancare nel vostro corredo fotografico.
GND Soft 0.6 (2 stop)
Se con i primi di filtri indicati scatto nel 90% delle situazioni, qualche volta la situazione richiede un aiuto extra. A volte infatti le condizioni di luce sono così intense e particolari che il cielo richiede più di 3 stop di compensazione, e il riflesso di tale luce sul mare richiede un bilanciamento, come in questo scatto.
Qui contrastare la luce del cielo con un 4 stop Medium non era sufficiente, e pertanto ho sommato a questo filtro il filtro NiSi Soft da 2 stop: blando abbastanza da non interferire sulla parte più scura della scena ma intenso abbastanza da contrastare i riflessi. Così facendo ho recuperato l’eccesso di esposizione del riflesso sul mare, rendendo possibile per il mio sensore catturare le informazioni su tutta la scena con una singola esposizione.
Filtri ND
Eh si, io amo le lunghe esposizione e lo sapete benissimo. Quando iniziai a scattarle esistevano solo due gradazioni: 3 stop e 10 stop (per il 10 stop tra l’altro c’era da stare in lista di attesa dai 3 ai 6 mesi). Con il passare del tempo ed il diffondersi di questa tecnica di scatto fortunatamente a grande richiesta fu introdotta la densità 6 stop visto che in tantissime situazioni 3 stop erano pochi e 10 stop erano troppi. Si diffuse così la famosa triade 3, 6 e 10 stop che in tanti tutt’oggi possiedono e ritengono perfetta per gestire ogni situazione di scatto.
Anch’io per lungo tempo ho utilizzato solo la triade, ma da quando sono finalmente arrivati in commercio filtri di qualità in tantissime altre gradazioni (oggi è possibile trovare filtri ND da 1 a 20 stop!) ho potuto cominciare a sperimentare, e così sono arrivato alla mia nuova triade. Vediamola insieme.
ND8 (3 Stop)
Questo filtro è perfetto per allungare i tempi di scatto quando ci troviamo poco dopo il tramonto o quando comincia ad albeggiare. In sostanza, è l’ultimo ND che usiamo al tramonto e il primo all’alba. Spesso sottovalutato per la sua bassa densità, credo che sia indispensabile per ottenere scatti come questo.
Questa immagine infatti è stata scattata prima dell’alba, quando solo le nuvole alte avevano colore, con ISO 100, f/11 e due minuti di esposizione. L’obiettivo dello scatto era di raggiungere circa due minuti di esposizione, per dar modo alle nuvole di strisciare e al mare in burrasca di risultare così fumoso da sembrare una lastra di ghiaccio.
Senza il mio filtro NiSi ND8 da 3 stop il tempo di scatto risultante sarebbe stato di 15 secondi, troppo poco per ottenere quanto desiderato. Per raggiungere i due minuti avrei dovuto chiudere il diaframma a f/22 e avrei solo introdotto diffrazione senza tra l’altro raggiungere comunque il tempo voluto. L’uso di un filtro a densità superiore avrebbe fatto si che i tempi si allungassero troppo con conseguente perdita di definizione delle nuvole. Insomma: il filtro ND da 3 stop è qualcosa che non vorrete farvi mancare nello zaino in situazioni di luce come questa.
ND64 (6 stop)
Il filtro ND da 6 stop è senza dubbio l’ND che utilizzo maggiormente. Sembra incredibile, ma la sua comparsa sul mercato è avvenuta soltanto nel 2014 dopo anni e anni di richieste dai fotografi che chiedevano un filtro ND meno denso del 10 stop.
Infatti l’ND da 10 stop, seppur ottimo in condizioni di luce intensa, era difficilmente utilizzabile in zona tramonto o alba a meno di compromessi poco accettabili in termini di ISO e diaframmi.
Un filtro ND64 da 6 stop secondo me è perfetto per scattare in quell’intervallo temporale che va da mezz’ora prima del tramonto al tramonto e dall’alba a mezzora dopo l’alba (in condizioni di luce ottimale).
Grazie alla sua densità da 6 stop, nelle fasce temporali sopra indicate, riesco ad usarlo con tempi di scatto tra uno e tre minuti senza dover adattare troppo diaframmi e ISO.
Nello scatto qui sopra, il mio ND64 di NiSi mi ha permesso di raggiungere 2 minuti di esposizione nel momento esatto in cui il sole sorgeva, permettendomi di riuscire a far strisciare le nuvole appena illuminate senza farne perdere la consistenza come sarebbe avvenuto con un filtro più denso a parità di ISO e diaframmi (che cerchiamo sempre di non cambiare, per non introdurre rumore o diffrazione).
Se tra tutti i filtri ND potessi sceglierne solo uno, sceglierei l’ND64 da 6 stop.
ND256 (8 stop)
Se i primi due filtri ND di cui abbiamo parlato facevano già parte della famosa triade (3, 6 e 10 stop), il filtro ND256 da 8 stop è senza dubbio una novità.
Per capire perchè la mia scelta sia ricaduta su di lui, dovreste prima porvi la domanda del perché tutti abbiano in mente l’ND1000 da 10 stop quando si parla di Lunghe Esposizioni.
Potremmo perderci in miti e leggende, ma andando al nocciolo, la risposta più verosimile è perchè qualcuno prima di voi utilizzava il leggendario Big Stopper, il filtro da (circa) 10 stop della Lee, e continuando ad utilizzarlo (anche perchè era una delle poche opzioni) lo ha reso popolare.
Seppur oggi questo filtro faccia parte della preistoria per tecnologia costruttiva e qualità, al tempo era il non plus ultra della tecnica, tanto da doversi mettere in lista di attesa per acquistarlo. La densità dei 10 stop era frutto però dell’evoluzione fotografica di chi lo ha progettato e realizzato, cioè di un filone di pensiero fotografico che vedeva la lunga esposizione come uno scatto da fare quasi esclusivamente nelle ore centrali del giorno. Tutti gli altri produttori, come spesso capita, si son messi semplicemente a copiare, e quindi eccoci qui in un mondo popolato da ND1000 da 10 stop.
Ma si sa, noi fotografi paesaggisti amiamo scattare all’alba e al tramonto, periodo nel quale per usare questo filtro dovevamo aprire troppo il diaframma (quindi perdita di profondità di campo) e alzare troppo gli ISO (quindi aumento del rumore, in particolare con tempi lunghi e sensori dell’epoca).
Grazie ad un filtro da 8 stop, possiamo gestire sempre situazioni di luce intensa (magari per il sole caldo all’avvicinarsi tramonto più che per il sole di mezzogiorno) ma senza dover compromettere ISO o diaframmi nel momento che la luce comincia (ad esempio) a calare.
Secondo la mia personale esperienza, i 4 stop che ci sono di differenza tra un ND64 e un ND1000 sono troppi per gestire con continuità e senza compromessi la luce. Essendo a soli 2 stop di distanza dal filtro che utilizzo di più (ND64), sono certo che con l’uno o con l’altro posso gestire qualunque situazione di luce, nell’ISO e nel diaframma che realmente voglio usare per massimizzare la qualità dello scatto.
In questo scatto ad esempio ho utilizzato l’ND256 di NiSi perchè nonostante la luce fosse veramente intensa, sono riuscito a ottenere 2 minuti di scatto con ISO100 e f/11. Se avessi utilizzato un ND1000 al suo posto, avrei dovuto procurarmi i 2 stop di differenza da qualche altra parte, portando ad esempio lo scatto a ISO200 e f/8 (non ottimale), ISO400 e f/11 (follia) o ISO100 e f/5.6 (blasfemia).
Insomma, se state per acquistare un ND1000 pensateci bene, e se avete già la famosa triade, pensateci ancora meglio se non valga la pena di recuperare quei due stop in un filtro piuttosto che in un compromesso qualitativo dello scatto.
Filtro Polarizzatore
Se tra tutti i filtri (ND e GND compresi) potessi sceglierne veramente solo uno, sicuramente sceglierei il Polarizzatore.
Per chi si fosse perso le puntate precedenti, il filtro polarizzatore è quel filtro che permette di rimuovere i riflessi dalle superfici non metalliche, saturando naturalmente gli elementi della scena. Come potete immaginare, in un paesaggio marino può fare davvero la differenza viste le grandi distese d’acqua che normalmente vengono ritratte, ma anche un fotografo di montagna non lo dovrebbe assolutamente sottovalutare per i risultati che gli darebbe nei colori della vegetazione e sulla definizione delle nubi.
Come possiamo vedere dall’immagine sopra riportata, grazie al filtro polarizzatore posso andare a rivelare i fondali marini vicini alla costa, spesso caratterizzati da rocce vicine alla superficie e da fondali dai colori brillanti. Ma attenzione! Il filtro polarizzatore va usato con accortezza e coscienza, ad esempio evitando di polarizzare arcobaleni, sapendo che il suo effetto in termini di efficacia varia al variare dell’angolo di incidenza della luce e che il suo effetto non sarà uniforme su tutta la scena che abbiamo inquadrato. (tutte cose apparentemente complesse ma davvero semplici da applicare se spiegate nel modo corretto).
Io ho scelto di utilizzare il Polarizzatore Landscape di NiSi (di cui trovate una recensione QUI).
Questa specifica scelta ricade nel fatto che qualitativamente è eccellente e posso montarlo sul mio portafiltri NiSi insieme ad altri tre filtri (ad esempio GND 3H, GND 2S e ND64 come abbiamo visto che può capitare) senza vignettare fino a 16mm equivalenti Full Frame.
Insomma, un bell’affare!
Conclusioni
Riassumendo, al momento nella mia borsa filtri troviamo:
- GND Hard 0.9 (3 stop)
- GND Medium 1.2 (4 stop)
- GND Soft 0.6 (2 stop)
- ND8 (3 stop)
- ND64 (6 stop)
- ND256 (8 stop)
- Polarizzatore Landscape
Sette filtri, non mille. E vi garantisco che con questi sette filtri potete scattare tutte le foto che vedete nella mia galleria (QUI). Certo, è un piccolo investimento se si vuole avere risultati di qualità, come lo è stato però quello per la vostra fotocamera o il vostro obiettivo.
Insomma, scattare con i filtri fotografici è una scelta che può essere dettata da svariati motivi, tra cui quello che personalmente reputo più importante di tutti: passare più tempo in mezzo alla Natura di quanto se ne passi dietro lo schermo a fare post produzione, anche a costo di tornare a casa a mani vuote, se non con la voglia di tornare in campo a riprovare il prima possibile!
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