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Introduzione
Ormai lo sapete, adoro stampare. Quando la dimensione della stampa me lo permette sono io stesso a stampare le mie immagini perchè oltre ad amare il risultato finale, adoro tutto il processo. È un po’ come farsi il caffè con una moka o ascoltare un vinile..non è solo il risultato finale che conta, ma tutto il rituale connesso.
Stampo con una vecchia Canon Pixma PRO-1. Uscita (e acquistata) nel 2011 è un po’ come una vecchia Vespa: ormai superata, ma ancora affidabile. Ben rodata, non sbaglia un colpo e mi regala un sacco di soddisfazioni.
Il progresso tecnologico è però inarrestabile, e dopo quasi 10 anni di onorato servizio stavo pensando di mandarla in meritato pensionamento per passare a prodotti di nuova generazione sempre basati ad inchiostri a pigmenti, che mi permettano però di raggiungere Gamut più estesi (altrimenti e brutalmente detto, stampare più colori).
Nella ricerca di candidati questa volta salgo di livello nella dimensione di stampa per portarmi dal mio attuale massimo A3+ ad un A2 che per il segmento di stampa professionale fotografica domestica possiamo dire rappresenti il nuovo limite superiore.
Come sempre il duello tra titani alla fine è tra Canon e Epson con le loro rispettive flagship per questa taglia: la non troppo giovane Canon iPF PRO-1000 e la nuovissima Epson SC-P900.

Premesse
Quando si prova a scrivere un articolo come questo dove si confrontano due prodotti in diretta competizione, le insidie (e i fanboy) sono dietro ogni angolo. Per questo motivo credo sia indispensabile fare qualche premessa.
- Questo articolo non è supportato o sponsorizzato in qualunque modo dai due brand citati, che quindi non hanno fornito alcun materiale o supporto per la sua stesura. Tutto quello che troverete è banalmente frutto del mio pensiero libero.
- Questa non è una recensione delle stampanti poichè sulla rete se ne trovano fin troppe e perchè onestamente reputo alcuni aspetti davvero solo una questione di cosmetica. Al contrario, questo articolo si focalizza su una delle caratteristiche secondo me fondamentali di una stampante che è la capacità della combinazione stampante/inchiostri/carta di riprodurre dei colori su di un supporto cartaceo definito. In una parola: il Gamut. (Per la cronaca, sono ben pochi gli altri parametri che mi interessano..tra questi sicuro metterei dimensione massima di stampa e tipologia di inchiostri per citarne alcuni, e certamente non metterei dimensione, peso, rumore, velocità di stampa, display LCD e altri dettagli per me irrilevanti.)
- Seppur Canon ed Epson utilizzino sistemi di stampa tecnologicamente diversi (in particolare le testine), i prodotti presi in considerazione sono equiparabili poichè di fatto stiamo andando a confrontare due stampanti professionali domestiche per la taglia massima A2 che funzionano con inchiostri a pigmenti.
- Se non siete fondamentalmente dei Nerd, vi annoierete a leggere questa recensione, quindi siete in tempo per scappare..poi non lamentatevi 🙂
- Per non renderlo davvero solo un trattato da Nerd ma comunque fruibile a chi è banalmente interessato alla stampa e magari deve fare un acquisto, come al solito semplificherò e banalizzerò certi temi decisamente più complessi, pertanto perdonatemi
- Le foto che utilizzeremo come esempio nelle valutazioni che seguiranno sono ovviamente associate al profilo colore Adobe RGB. Se questo “ovviamente” vi suona male o banalmente mandate in stampa immagini associate al profilo sRGB, vi suggerisco di leggere prima qualche altro articolo presente su questo Blog relativo alla Gestione del Colore in modo da godere appieno di quello che troverete tra queste righe, oltre che della vostra stampante.

Metodo di valutazione
Come confrontare due oggetti fondamentalmente diversi su una base oggettiva? Di sicuro non facendo una classica recensione, in quanto di fatto sarebbe troppo soggetta alle abilità di stampatore di chi la scrive e comunque basata su una sensazione soggettiva dettata dal tenere un foglio stampato tra le mani (stampato correttamente? visualizzato sotto la corretta illuminazione? frutto di una corretta Gestione del Colore?) da parte di un osservatore. Per questo motivo da buon nerd trovo conforto nei numeri, e pertanto valuto le capacità di stampa delle due stampanti andando ad analizzare le caratterizzazioni delle stesse su determinate carte. In altre parole, andiamo a valutare i profili ICC.
Come sapete uno dei prerequisiti per stampare correttamente è profilare la nostra stampante (e quindi l’insieme corpo stampante + carica di inchiostri) per la carta che vogliamo utilizzare. Il risultato di questa profilazione (eseguita con uno spettrofotometro) è leggendario profilo ICC. Andando ad analizzare questo profilo, possiamo così ricostruire il Gamut della combinazione stampante/inchiostri/carta che come abbiamo detto brutalmente ci descrive “quanti colori posso stampare sul quel preciso foglio con quella precisa stampante che usa quegli specifici inchiostri”.
Tale valutazione viene così fatta cercando di capire come si comporta la stessa carta sulle due stampanti. Poichè di fatto questo articolo è un ragionamento ad alta voce fatto per sostituire o meno la mia stampante, scelgo di valutare come si comportano le due stampanti sulle due carte che più comunemente uso, che sono:
- Hahnemühle Photo Rag Ultra Smooth (carta cotone opaca con poca texture)
- Hahnemühle Fine Art Pearl (carta lucida senza texture)
La prima obiezione che provo ad intercettare è quella legata al fatto se non sia meglio valutare le stampanti sulle carte prodotte da Canon ed Epson stesse. La risposta per me è assolutamente no. Anzitutto perchè non potrei poi fare un confronto oggettivo (poichè usare la stessa carta permette di avere un punto di congiunzione e confronto tra le due diverse stampanti) e poi perchè mi spiace doverlo sempre sottolineare, ma le carte prodotte da Epson e Canon non sono lontanamente paragonabili in varietà e qualità a carte come quelle offerte da un produttore primario (come Hahnemühle per l’appunto).
Dopo questa infinita e noiosa introduzione, andiamo finalmente a vedere come si comportano le nostre Epson SC-P900 e Canon iPF PRO-1000!
Confronto Gamut su Hahnemühle Photo Rag Ultra Smooth
La carta Hahnemühle Photo Rag Ultra Smooth è senza dubbio la mia carta preferita sulla quale stampo circa l’80% delle mie immagini. È una carta cotone favolosa perché nonostante appartenga alla famiglia delle Rag ha una minor texture, un punto di bianco molto piacevole e una capacità di riprodurre i neri (Dmax) molto elevato, vero tallone d’Achille di tutte le carte cotone. Sarà che le mie adorate lunghe esposizioni si prestano bene alle carte cotone, ma non mi stancherò mai di suggerire questa carta a chi vuole stampare.
Per rendere l’analisi più completa, andremo ad analizzare il profilo sia in coordinate Yxy (in quanto ci permette di sfruttare l’intuitività del diagramma di cromaticità), sia in coordinate Lab (per poter meglio valutare le diverse sfumature dei gamut). Nella immagine sottostante possiamo vedere una rappresentazione 2D dello spazio colore Adobe RGB (in rosso) in coordinate Yxy che sarà il nostro spazio di lavoro con il quale prepareremo opportunamente le nostre immagini prima della stampa. Ancora una volta ricordiamo che mandare in stampa una foto a cui è associato uno spazio colore sRGB (in verde) è come comprare una Ferrari e poi tenerla sempre in seconda marcia in quanto il gamut di una carta tipo (in nero) sarà sempre superiore, e quindi di fatto andiamo a perdere dei colori.
Andiamo a questo punto a confrontare i gamut della Epson SC-P900 (in verde) con quello della Canon iPF PRO-1000 (in rosso), sia in 2D per capire la differenza sulle cromaticità sia in 3D per tenere conto anche della luminanza.
Partendo dalla analisi bidimensionale per la cromaticità, onestamente credo che il risultato sia tutto fuorchè scontato.
Come possiamo vedere, quello che salta all’occhio dal diagramma di cromaticità di sinistra è che la Epson SC-P900 del 2020 su questa carta opaca (e proseguendo i test potremo tendere a generalizzare alle carte cotone) ha un gamut molto simile a quello della Canon iPF PRO-1000 del 2016!
Onestamente è inatteso poiché visto le specifiche tecniche della nuova Epson con particolare riferimento ai nuovi inchiostri UltraChrome Pro 10 e visto che stiamo parlando di una macchina 4 anni più nuova, mi aspettavo davvero qualcosa di più incisivo. Su certe aree del diagramma di cromaticità, la Canon iPF PRO-1000 performa nettamente meglio come possiamo meglio vedere dal diagramma Lab di destra.
In particolare, calando i grafici nel mondo reale, con la Epson SC-P900 posso spingermi un po’ oltre sulle cromaticità dei blu e dei verdi (ottimo per paesaggi marini e boschivi ad esempio) che però raramente tendono a saturazioni elevate e quindi alla necessità di spingermi verso i confini del gamut. Dall’altra parte, la vittoria della Canon iPF PRO-1000 sui toni caldi tanto cari a noi fotografi paesaggisti per l’alba e il tramonto (e facili da trovare saturi) è schiacciante.
Cosa significa? Se volessi stampare questa mia fotografia sulle due stampanti, con la Canon iPF PRO-1000 potrei senza problemi raggiungere le cromaticità di questa alba pazzesca, mentre con la Epson SC-P900 dovrei sacrificare buona parte di quei bellissimi toni caldi e attuare degli intenti di rendering opportuni per cercare di minimizzare la perdita. Questo lo vediamo nel grafico di destra dalla scomposizione e disposizione spaziale su diagramma Lab della mia immagine.
A riprova di quanto dicevo, se andiamo a prendere una delle mie immagini con cromaticità molto sature su blu e verdi, non ho comunque problemi con nessuna delle due stampanti in quanto blu e verdi saturi in natura non raggiungono mai valori critici.
Come sappiamo però la cromaticità è solo una parte del colore, pertanto andiamo ora a considerare la luminanza attraverso la tridimensionalità.
Confesso che anche qui purtroppo rimango stupito dalla Epson SC-P900 (in verde nei grafici sotto) che promette sul sito web “neri più profondi” ma purtroppo non riesce ad arrivare allo stesso livello della Canon iPF PRO-1000 (in rosso nei grafici sotto). Seppur la differenza non sia poi così marcata, per chi come me ama stampare prevalentemente su carte cotone (che come abbiamo già detto tra le loro caratteristiche hanno una difficoltà intrinseca di arrivare a neri profondi) questo è davvero un dettaglio impossibile da trascurare.
Anche sulle alte luminanze la Canon iPF PRO-1000 sembra performare meglio, lasciando alla Epson SC-P900 un maggior gamut solo su alcuni estremi di poche cromaticità
Confronto Gamut su Hahnemühle Fine Art Pearl
Come qualcuno mi ha giustamente fatto notare, non si può vivere di sole carte opache! Per questo motivo con il tempo mi sono messo ad esplorare il bellissimo mondo delle carte glossy e lustre. Disponibili in quasi infinite varietà, con la loro finitura riescono a farci ottenere colori davvero brillanti e neri profondi, pagando però il prezzo di un elevata riflettenza. C’è chi lo adora e chi addirittura lo utilizza in combinazione a carte con texture marcate per esaltare certi dettagli. Una scelta assolutamente soggettiva e condivisibile. Anch’io mi sono fatto sedurre da questo lato oscuro, e ormai capita abbastanza spesso di lavorare con questo tipo di carte. Ne utilizzo tre a dire il vero, ma tra tutte quella che mi da maggior soddisfazione e che quindi uso più spesso è la Hahnemühle Fine Art Pearl, una α-cellulosa da 285 gsm di tutto rispetto con una texture molto delicata e un punto di bianco molto acceso.
Normalmente le carte glossy e lustre hanno un gamut più ampio delle carte opache, e questo possiamo vederlo banalmente andando a confrontare il gamut di una carta cotone tipo con una carta glossy tipo. Se nella rappresentazione bidimensionale appare evidente una cromaticità più ampia nella carta glossy (la cui area è rappresentata in arcobaleno) rispetto a quella cotone (la cui area è rappresentata in blu) che porta a quella brillantezza di colori di cui parlavo prima, nella rappresentazione tridimensionale balza all’occhio immediatamente quanto i neri possano essere più profondi grazie ad un volume gamut superiore nella carta glossy (rappresentato con un reticolo arcobaleno) rispetto a quello della carta cotone (rappresentato con un solido blu)
Ma come si comportano la Epson SC-P900 e la Canon iPF PRO-1000 in questo nuovo mondo a confini allargati? Andiamo subito a vederlo assieme.
Come possiamo vedere dai grafici sotto riportati (sia in coordinate Yxy a sinistra che Lab a destra), la situazione relativa ricalca in gran parte quanto già visto per le carte cotone, ma in forma più accentuata.
In altre parole la Canon iPF PRO-1000 (rappresentata in rosso) da una prima analisi di cromaticità (quindi bidimensionale) ha un gamut superiore alla più recente Epson SC-P900 (rappresentata in verde), con però un gap ben più ampio nelle cromaticità del verde, e comunque quasi sempre superiore nei blu e rossi.
Sicuramente questo per me è decisamente inatteso. Dobbiamo dire però che se caliamo nel mondo reale questo gamut di cromaticità, proprio per quanto abbiamo visto prima (cioè del fatto che i gamut di carte glossy e lustre sono normalmente più “comodi” di quelle opache) difficilmente ci troveremo di fronte a problemi.
Per vederlo in un esempio, proviamo ancora una volta a graficare una immagine particolarmente “carica”.
Come vedete, di fatto nella realtà nessun grosso problema anche con la Epson SC-P900, e vi posso garantire che anche l’immagine dell’alba carica di cromaticità calde vista prima riesce ad esser riprodotta, seppur davvero al limite.
Insomma, qui non mi aspetterei mai problemi reali di stampa nemmeno con la Epson, ma mi lascia l’amaro in bocca che una macchina così nuova performi come una tecnologia di 4 anni fa.
Andiamo a estendere il nostro mondo dimensionale nella terza dimensione e andiamo quindi a vedere come si comportano le due stampanti su questa carta glossy anche in termini di luminanza.
Direi che al netto della porzione di Gamut non coperta in cromaticità dalla Epson SC-P900 (sempre rappresentata in verde), i due gamut sono davvero molto simili. Difficile rappresentarlo con dei semplici screenshot, ma sia dove la Canon iPF PRO-1000 (sempre rappresentata in rosso) è superiore, sia dove lo è la Epson SC-P900, il delta Gamut è davvero minimo.
Se vogliamo notare una tendenza, la Epson SC-P900, sempre parlando delle cromaticità coperte da entrambe le stampanti, sembrerebbe più in grado di gestire le alte luminanze, mentre la Canon iPF PRO-1000 ci consente di avere dei neri più profondi. Ma ripeto, parliamo di confronti di confini di gamut che sono così ampi che mediamente una normale immagine di paesaggio difficilmente raggiungono.
Se andiamo a prendere ad esempio la mia immagine dell’alba infuocata che abbiamo analizzato prima nella carta cotone che la Epson SC-P900 non riusciva a coprire, vediamo che su questa carta non ci sono problemi ne nelle cromaticità ne nelle luminanze in quanto riesce ad essere completamente “ingabbiata” da i gamut di entrambe le stampanti.
Considerazioni Finali
Non le chiamo “Conclusioni” come faccio di solito perché non è davvero il senso di questo articolo giungere a un punto definitivo. Non credo ci sia un vincitore assoluto, e comunque stiamo parlando delle due stampanti flagship di Canon e Epson per la stampa fotografica professionale domestica in A2, quindi due macchine incredibili che ci permettono entrambe di raggiungere una qualità di stampa domestica che un tempo potevamo solo sognarci.
Se amassi prevalentemente la stampa su carta lucida, probabilmente il gamut non sarebbe un parametro di scelta tra le due macchine poiché fondamentalmente si equivalgono. Amando però in particolare la stampa su carte cotone, non posso però far finta di nulla sul fatto che la Epson SC-P900 non riesca a superare con decisione (e talvolta nemmeno a raggiungere) la più datata Canon iPF PRO-1000.
Sarebbe davvero interessante provare con stampe reali la combinazione di gamut sopra descritto con le altre peculiarità di ciascuna stampante per valutarle nel loro complesso, ma sino a quel momento credo che la mia fidata Canon PRO-1 macinerà ancora tanta carta!